1. GIOVANNI BATTISTA TESSARI (1760 - 1851)


"... era nato il 28 gennaio 1760, aveva frequentato le scuole elementari nel suo paese e, successivamente, quelle superiori nella vicina Schio, prima di entrare nel Seminario di Vicenza nell'autunno del 1780 ed accedere ai corsi teologici che concluse con l'ordinazione sacerdotale conferitagli dal vescovo Pietro Marco Zaguri il 20 settembre 1785.

La sua famiglia, dai registri scolastici del Seminario, risultava composta da papà Pellegrino, dalla mamma Maria, da cinque fratelli e da una sorella che viene ricordata solo negli anni scolastici 1780-81 e 1781-82, e doveva essere benestante, probabilmente per l'attività del padre che poté farsi carico degli studi superiori di almeno due dei suoi figli, Giovanni Battista e Domenico, che abbracciarono il ministero sacerdotale.

L'istruzione scolastica offerta dal Seminario tra la fine del '700 e il primo '800 - e probabilmente anche dalle scuole superiori di Schio - si articolava in sei classi e prevedeva i corsi di "grammatica minore", "grammatica media", "grammatica superiore", "umanità minore", "umanità maggiore" e "rettorica", con numerose esercitazioni nelle lingue classiche, greca e latina, e qualche nozione di scienze naturali e di matematica.

I corsi di Teologia erano quattro (Filosofia, Teologia Morale, Teologia Scolastica I e Teologia Scolastica II), ai quali si accompagnava un corso di Sacra Scrittura articolato in tre anni. Gli esami si svolgevano in agosto e prevedevano una valutazione sulla condotta, sull'ingegno, sulla memoria, sulla diligenza, sull'idoneità ("spes"), sul profitto riscontrato nell'esame finale sulla disciplina dell'anno corrente e sulla Sacra Scrittura. In tutte queste prove il chierico Giovanni Battista Tessari ha conseguito valutazioni sempre positive e molto spesso anche distinte.

 

1781-82

Schola

Philosophiae

1782-83

Schola

Theologiae

Moralis

1783-84

Schola

Theologiae

Scholasticae

1784-85

Schola

Theologiae

Scholasticae

Disciplinae  bene valde optime bene bene valde
Ingenii cunctabundus sufficientis boni bene valde
Memoriae minime valida bonae valde item item
Diligentiae aliquando remissa ---- item item
Spei mediocris bonae item item

Examen

generale

bene bene ac diligenter vix bene bene ut in praefatis

Sacra

Scriptura

bene ---- bene bene

Notae

Prudentiae

copia,

dispositione

laudandus

In penso: non

satis apte;

ceterum bene

Si quaedam

excipias de

Tribunali Poeni-

tentiae, passibilis

In Theologia

Morali bene

L'avere ottenuto di restare in parrocchia e forse anche in casa propria dopo l'ordinazione sacerdotale, in qualità di cappellano, costituisce un'ulteriore prova della sua condizione sociale benestante: condizione, quella, che gli consentiva ampio spazio anche per i suoi interessi culturali, di cui appunto abbiamo testimonianza nel suo poemetto. [...]

All'interrogatorio successivo [con il convisitatore Alessandro Valle, ndr] il parroco rispose testualmente:

"in questa mia parrocchia non conosco disordine alcuno che meriti essere significato a S. E. Rev.ma ed a quanto fui presentemente interrogato, rispondo a tutto favorevolmente".

Da queste scarne notizie apprendiamo dunque che don Tessari trascorse i sui primi 14 anni di vita sacerdotale nella sua parrocchia di origine dedicandosi all'azione pastorale ordinaria in modo lodevole e, data la sua sensibilità letteraria, dedicando buona parte del tempo libero alla composizione del suo poemetto I pregi di Pieve.

Ma ecco, il 27 settembre 1799, lo stesso vescovo Zaguri sottoscriveva un decreto con cui nominava il nostro "cappellano di Pievebelvicino" parroco di Torreselle in seguito ad un regolare concorso ne quale don Giovanni Battista Tessari aveva conseguito dai tre esaminatori sinodali una valutazione nettamente positiva. Pertanto egli, "essendo ritenuto il più degno, veniva eletto titolare della parrocchia di San Giovanni Battista in Torreselle... con tutti i relativi diritti". [...]

Don Tessari iniziò il suo nuovo incarico con l'aiuto del fratello don Domenico, che troviamo presso di lui in occasione della visita pastorale del vescovo Giuseppe Maria Peruzzi nel 1824. Non sappiamo se l'indigenza della parrocchia, la cui canonica da un documento del 1804 risultava "in uno stato piuttosto cattivo, perchè ha un lateral muro appontellato per essere quasi cadente", abbia indotto i due fratelli, probabimente esperti di qualche attività mineraria, a fabbricare di nascosto monete false. Fatto sta che, in seguito di tale iniziativa, essi furono arrestati, processati e condannati a due o tre anni di carcere. [...]

La dolorosa vicenda tuttavia non impedì al vescovo Zaguri, forse convinto della buona fede dei due fratelli, di restituirli, dopo la dura esperienza del carcere, a Torreselle dove già nel 1813 firmarono una relazione sullo stato della parrocchia. [...]

Dai documenti esaminati non abbiamo altre notizie significative sulle vicende dei due fratelli Tessari a Torreselle. Sappiamo solo che don Domenico, fratello del parroco, vi morì il 17 luglio 1843 all'età di 71 anni. Il parroco, don Giovanni Battista, gli sopravvisse per altri 8 anni, cessando di vivere il 17 giugno 1851, alla verde età di 91 anni.

Tratto da

"I pregi di Pieve" di don Giovanni Battista Tessari di Pieve di Schio, arciprete delle Torreselle. Poemetto, a cura del GRUPPO PER IL RESTAURO DELL'ANTICA PIEVE e dell'A.B.D.S. (Per Schio, 6), Pievebelvicino 2010