GLI UNGARI


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- Premessa

- La storia

- L'origine delle parole "ungari" e "magiari"



- Premessa

I magiari o ungari sono un gruppo etnico e linguistico di origine ugrica: in questo senso il termine può essere sinonimo di ungheresi, quest'ultimo termine è usato per periodi storici successivi alla creazione dello stato ungherese e quindi anche per l'attuale popolazione europea.

 

Ungari e magiari sono termini usati principalmente in contesto storico (soprattutto per le epoche precedenti al X secolo d.C.) e dai linguisti.

 

In origine i Magiari furono una, la principale, delle sette tribù ungare che conquistarono l'attuale Ungheria nell'896 e da cui discendono gli attuali ungheresi, da qui il nome si è esteso a tutto il popolo.

 

"Magyar" è semplicemente la parola ungherese che significa "ungherese". In italiano, "magiaro" è usato come sinonimo di "ungaro" soprattutto in contesti storici per distinguere gli ungheresi, come entità etnica, dalla popolazione in generale, mentre si usa "ungari" per indicare le popolazioni "ungheresi" prima della nascita dello stato ungherese. Magiari è però anche usato in contesto attuale per indicare l'etnia ungherese indipendentemente dalla cittadinanza.

 

La parola "ungherese" invece, oggi come in passato, può indicare i cittadini dello stato ungherese, quindi essere riferita anche a tutti i cittadini "ungheresi" senza tener conto dell'etnia, così come accade per tutti gli stati del mondo. Si può iniziare a parlare di "ungheresi" solo dopo la nascita dello stato ungherese ad opera di Santo Stefano nell'anno 1000.

 

Nel 2001, in Ungheria vi erano circa 9.416.000 magiari. I magiari sono stati il principale gruppo etnico ad aver vissuto nel territorio del Regno d'Ungheria durante il II millennio. In seguito alla sua dissoluzione causata dal Trattato del Trianon, molti magiari sono divenuti minoranze etniche di Romania (circa 1.410.000), Slovacchia (circa 521.000), Serbia (circa 294.000), Ucraina (circa 157.000), Austria (circa 41.000), Repubblica Ceca (circa 20.000), Croazia (circa 17.000) e Slovenia (circa 7.700). Inoltre forti colonie ungheresi sono in molti paesi del mondo tra cui: Stati Uniti (circa 1.500.000), Canada (circa 270.000), Israele (circa 250.000), Germania (circa 120.000), in altri paesi dell'Europa occidentale (circa 85.000), dell'Oceania (circa 65.000), del sud America (circa 50.000), del nord Europa (circa 45.000), dell'Asia (circa 40.000) e dell'Africa (circa 10.000).

- La storia

Dopo che le popolazioni ungare si mossero in fasi successive, prima da Yugra (la mitica terra d'origine nelle steppe) alla Magna Hungaria, da qui alla Levédia e poi ad Etelköz (dove furono condotte da Álmos), il condottiero dei Magiari Árpád (figlio di Álmos), secondo la tradizione, guidò gli Ungari da Etelköz al bacino dei Carpazi e più precisamente nella pianura del Danubio medio e nella Pannonia, nell'896. Gli Ungari erano una popolazione etnicamente affine ad altre originarie delle steppe dell'Asia centrale quali Unni, Bulgari e Avari. Occuparono la Pannonia, lasciata libera dopo la distruzione degli Avari sotto il regno di Carlo Magno all'inizio del IX secolo.

 

Alla fine del IX secolo e nel X secolo razziarono in molte zone dell'Impero carolingio (vedesi la Cronologia delle incursioni ungare): dapprima i margini, come in Moravia nell'894, ed in Italia settentrionale e centrale (899), poi nella Lorena e in Borgogna. Queste razzie, sebbene non fossero di grossa portata in termini di movimento di popolazioni se non in determinate zone dell'impero, erano caratterizzate da forza (abilità della cavalleria magiara) e sete di depredare i molti tesori dell'Impero mal difesi. Tale forte depredazione avvenuta nel Nord Est dell'Italia ha portato a nominare una parte della pianura veneto-friulana, Vastata Hungarorum. Molti ricchi monasteri in Europa come interi villaggi vennero saccheggiati e/o scomparirono, arrivando così a far vacillare l'impero, anche perché più o meno contemporanee ci furono le invasioni dei Normanni e le continue incursioni dei Saraceni.

 

Nel 907, il regno slavo della Grande Moravia potentato dell'Europa centro-orientale ai confini dell'impero carolingio, fu sconfitto e subì il definitivo collasso a causa delle nuove popolazioni che così andarono ad occupare definitivamente il bacino carpatico, ma l'espansione magiara ad occidente fu bloccata definitivamente dalla battaglia di Lechfeld (10 agosto 955). Mentre nel 1001 grazie al papa Silvestro II e l'incoronazione a Re di Ungheria di Stefano I d'Ungheria (che divenne poi Santo Stefano, patrono d'Ungheria), nato come Vajk figlio di Geza principe e guida dei magiari, i magiari si convertirono al Cristianesimo ed il nuovo Regno d'Ungheria divenne parte integrante dell'Europa.

 

Sin dalle proprie origini nell'XI secolo, il multietnico Regno d'Ungheria, occupò la Pannonia e l'intera zona dei Carpazi. Nel XVIII secolo le minoranze etniche, quindi non magiari, nel Regno d'Ungheria, arrivarono a costituire, nel complesso, fino al 62% dell'intera popolazione. Dopo la prima guerra mondiale il regno fu diviso dal Trattato del Trianon ed all'Ungheria restò meno di un terzo del proprio territorio.

- L'origine delle parole "Ungari" e "Magiari"

Circa l'origine della parola "Ungheria" (parola usata in gran parte delle lingue, dal latino Hungaria), è opinione diffusa, ma poco attendibile, che derivi dal nome di una popolazione seminomade, gli Unni, che furono circa 400 anni prima in Pannonia e che avrebbero avuto alcune similitudini con lo stile di vita e il modo di guerreggiare dei Magiari. In passato era infatti molto diffusa, nella storia e nella letteratura, l'erronea identificazione degli Unni con gli Ungari.

 

Altri invece pensano che il nome derivi da Ungur o Onogur, che nelle Lingue turche, come in proto-bulgaro o in turco, significa dieci frecce ovvero dieci tribù. Gli Onogur (da cui "Ungari"), quindi, erano tutte e dieci le tribù. Infatti, secondo alcuni storici, questo nome deriverebbe da un'alleanza tra dieci tribù ungare e turco-avaro-bulgare. Secondo lo storico Gyula László, questa denominazione dimostrerebbe il carattere "turco" dell'élite che governava gli ungari, ovvero il fatto che il territorio occupato dagli ungari fosse già abitato da popolazioni magiaro-turco-bulgare denominate onogur. Gli "ungari", quindi, sarebbero i popoli sotto il dominio di tribù magiare, turche e bulgare. Questa teoria detta della "doppia conquista della patria" (da parte di turchi e di magiari cioè), dopo una certa fama durante i primi decenni del '900 (in relazione alla diffusione di panturchismo e turanismo) e anche durante il regime socialista, è stata notevolmente ridimensionata e quindi rigettata dagli studi più recenti.

 

Da non trascurare è pure il fatto che la terra d'origine degli Ungari nelle steppe si chiama, nelle lingue locali (e non in ungherese), Yugra (corrispondente all'omonima regione siberiana), parola che con evidenza contiene la stessa radice di "ungari" o "ugri". "Ungheria", quindi, verrebbe da "Yugra" passando per il latino "Hungaria".

 

Secondo il linguista e storico András Róna-Tas, che ebbe anche a teorizzare nel 1984 che gli antichi Ungheresi fossero un popolo ugro-finnico di costumi turchi, la parola magyar sarebbe di origine ugro-finnica e consisterebbe di due parti, magy- (da mans, come nel nome del popolo dei Mansi - o Voguli - oggi stabilitisi nella Siberia occidentale e a Mos, il nome di uno dei due gruppi principali in cui si dividono gli Ostiacchi) e -er, che significa "uomo, creatura", usato per denominare un altro gruppo uralico. Dall'unione di queste due parole si sarebbe quindi formato mans+er > magy+er > magyer (forma priva di armonia vocalica attestata fino al XIII secolo).

 

Secondo la mitologia ugrica, il popolo magiaro deriverebbe da due mitici gemelli: Hunor e Magor. Come è facile notare, i due nomi contengono la radice l'uno di Ungaro (ma anche di unno) e l'altro di Magiaro.

 

Nomi come quelli dei sovrani unni "Attila" e "Ildikó" (abbreviazione del nome dell'ultima moglie di Attila, la gota Krimhilda) sono comuni tra gli ungheresi di oggi, nomi però entrambi di origine germanica.

FONTE: www.wikipedia.it