BATTESIMO DI CRISTO di Giovanni Bellini




Gianni Grendene

 

IL CASTELLO DI BELVICINO INDIVIDUATO E PRESENTATO NELLE SUE LINEE ESSENZIALI


La pala d'altare raffigurante il Battesimo di Cristo, dipinta da Giovanni Bellini (1430/35 - 1516), commissionata nel 1501 da Giovanni Battista Graziani - Garzadori per la chiesa di Santa Corona in Vicenza, ha offerto agli studiosi alcuni elementi decisivi per una interessante puntualizzazione sul castello di Pievebelvicino.

Il paesaggio che fa da sfondo alla scena rievocante l'episodio evangelico del battesimo di Gesù era già stato interpretato come quello che si profila alla testata della Valle del Leogra. Aggiungiamo che tale identificazione è tanto più plausibile in quanto la famiglia Garzadori, ramo di quella Graziani cui apparteneva il Giovanni Battista menzionato, era ben radicata a Torrebelvicino dove il capostipite Gratius era approdato intorno al 1311, proveniente dalla Germania al seguito dell'imperatore Arrigo VII.

Oltre allo spunto paesaggistico va notato un altro particolare assai qualificante che ci interessa più da vicino. Si tratta dei due castelli raffigurati sulla sinistra di chi guarda il quadro, disposti a piramide uno sopra l'altro.

Quello più in alto, quasi in penombra, non è attualmente identificabile e possiamo attribuirgli una funzione semplicemente estetica. Il castello sottostante, illuminato dal sole di un tardo meriggio autunnale valleogrino, presenta invece troppe analogie con quello che si può intuire osservando un acquerello dipinto da Giovanni Piccoli (1869-1955) intorno agli anni '30 dello scorso secolo. Esso è intitolato Castello di Pieve. Ruderi ed è una fedele assonometria di quanto era allora visibile sulla cima del monte Castello presso Pievebelvicino.

Quanto alla planimetria, essa corrisponde quasi esattamente a quella disegnata, verso la fine del '700, dal padre francescano Gaetano Maccà, appassionato cultore di storia patria, che incluse il rilievo in uno dei suoi manoscritti inediti conservati nella Biblioteca Bertoliana di Vicenza.

Le due testimonianze documentarie di cui sopra concordano sostanzialmente con l'alzato dipinto dal Bellini ai primi del '500 quando il castello era ancora in essere.

Tratto da

"I pregi di Pieve" di don Giovanni Battista Tessari di Pieve di Schio, arciprete delle Torreselle. Poemetto, a cura del GRUPPO PER IL RESTAURO DELL'ANTICA PIEVE e dell'A.B.D.S. (Per Schio, 6), Pievebelvicino 2010